di Giuseppe Longo
NIMIS – Ma quanti anni ha il platano di piazza 29 Settembre, a Nimis? Chi sapeva che ne ha 140 alzi la mano! In tanti, infatti, se lo chiedono e diversi l’hanno fatto anche dopo la riflessione che ho proposto qualche giorno fa sulla deludente situazione commerciale di questa centralissima area e per la quale lo storico albero è un vero e proprio simbolo. La risposta ce la dà Bibi Lestuzzi, titolare dell’ultracentenario negozio di confezioni purtroppo ormai chiuso da tempo. L’ho incontrato l’indomani dell’Epifania e mi ha salutato, con la consueta affabilità e una battuta: “Sai quanti eravamo in piazza ieri pomeriggio, ma anche nei giorni di Natale e Capodanno?”. Quanti?, gli chiedo: “Io e il… platano”. La sua risposta “fotografa” con tristezza la situazione delle chiusure pandemiche adottate nelle festività, ma che evidentemente continuano visto che i contagi da Coronavirus non mollano. E poi Bibi, classe 1932 e testimone di tante vicende che hanno attraversato Nimis nei decenni, torna proprio al platano. “Sai quanti anni ha? Esattamente 140, perché è stato piantato nel 1880 l’anno in cui nacque mio nonno Giovanni Battista Lestuzzi, il pioniere della nostra attività commerciale. E poi mio nonno, quando andava alle elementari della Confraternita dei Battuti, fu anche punito perché, giocando, ne aveva divelto un rametto”.
Il platano oggi e un secolo fa.
Ecco, dunque, una simpatica testimonianza sull’età del grande albero, la cui armoniosa forma offre un elemento decorativo prezioso alla piazza del paese pedemontano. Un albero che appunto per 140 anni ha “visto” tutte le vicende, belle e brutte, di Nimis. Messo a dimora a pochi anni dal passaggio del paese sotto il Regno d’Italia – che, come tutti sanno, avvenne nel 1866 al termine dei sette decenni di giurisdizione asburgica, quando sul campanile di Centa fu issato il Tricolore -, vide la Prima Guerra mondiale ma soprattutto la Seconda, quando il 29 settembre 1944, come ricorda proprio l’intitolazione della piazza, l’intero paese per rappresaglia fu dato alle fiamme. E poi i terremoti del 1976, quando il paese aveva appena finito la ricostruzione post-bellica. E oggi la difficile esperienza pandemica con il suo incessante seguito di lutti, di problemi sanitari ed economici. Ma il platano è stato testimone anche di cose positive, come la crescita e l’abbellimento del paese nel suo complesso, la costruzione dell’Asilo infantile e del Duomo di Santo Stefano, i due grandi sogni di monsignor Beniamino Alessio. Il primo purtroppo frettolosamente demolito, come la vicina Chiesa di Centa, dopo il sisma. E l’elenco potrebbe continuare, allargandosi anche alle persone che hanno segnato il passato di Nimis. Il tutto è custodito nella “memoria” di questa meravigliosa pianta, ancora adornata dalle luci delle feste che ne fanno un albero di Natale davvero unico in tutto il Friuli. Lunga vita al Platano!
Ancora con le luci di Natale.
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In copertina, il grande platano di piazza 29 Settembre, a Nimis, che ha compiuto 140 anni.